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Pasolini secondo gli altri. 1995

Progetto di un film-documentario

 

dal volume Pasolini e Bologna (a cura di Davide Ferrari e Gianni Scalia)

 

Atti del Convegno tenutosi a Bologna nel dicembre 1995 per iniziativa dell’Istituto Gramsci, dell’Associazione “In forma di parole”, dell’Associazione “La casa dei Pensieri” e della Cineteca comunale di Bologna - Edizioni Pendragon, Bologna 1998

 

(Trascrizione della registrazione audio dell'intervento al Convegno)

 

Ho fatto tre lavori su Pasolini. Il primo, di approccio, è l’analisi del film Accattone. Nel secondo, Angelus novus, ho raccontato Pasolini visto da me in soggettiva, in cui mi identifico. Il terzo infine è il film-documentario dal titolo Le ceneri di Pasolini, in cui narro Pasolini attraverso Pasolini, è un’autobiografia.

A me piacerebbe molto nei prossimi anni raccontarlo attraverso gli altri. Sogno di fare un film-documentario concepito in questa forma: immaginate di prendere l’insieme dei documenti audio-visivi esistenti in Italia e forse anche in Francia, di tutti quelli che hanno parlato di Pasolini, che si sono espressi, gli amici, l’assassino, i nemici..., che cosa si avrebbe se noi organizzassimo tutte queste cose? E ogni tanto affiora Pasolini che ascolta queste frasi: ne risulta il ritratto, l'autoritratto di una società!

Se io facessi questo film, noi avremmo davanti agli occhi ciò che Pasolini ha visto e vissuto. Chissà che un giorno non lo faccia e chissà che il Comune o la Provincia di Bologna non siano interessati a fare un documentario su Pasolini!

Vorrei inserire di Pasolini un’immagine sola, quella che ho messo nelle Ceneri di Pasolini, cioè Pasolini a 16 anni. Perché Pasolini era un uomo di 16 anni quando è morto, non ne aveva 53. Era rimasto adolescente, disperato e combattivo come un adolescente, non era cresciuto. Vi ricordate quando Biagi gli chiese: “Quali speranze ha perduto? quali sono i valori?” Risposta di Pasolini “Ma io ho conservato tutto. Io credo in tutto. Io sono un adolescente”. Questo si capisce anche da quella vocina che aveva. Era la voce di un adolescente e questo spiega probabilmente anche l’omosessualità, forse da mettere in relazione con la morte del fratello Guido.

Gianni D’Elia mi ha detto che c’è una straordinaria assonanza tra Pasolini e Leopardi, in particolare nel punto in cui Leopardi dice in una lettera: “Non leggere solo le parole, leggi il sentimento, cerca di capire”. Allora mi veniva in mente che forse la sua omosessualità non è nata così presto come si pensa. Quel racconto del tavolo da cucina, il padre, il collirio, gli occhi, è troppo freudiana. Io penso che l’omosessualità di Pasolini si sia costruita in rapporto alla morte del fratello, quando lui ha cominciato a capire che per sostituire il fratello nel cuore della madre doveva fare di sé un grande intellettuale, un poeta. Il poeta solitamente è uno che si ostina a non crescere e rimane un ragazzo.

 

Pasquale Misuraca

 

(Roma, 13 novembre 2010 - Rileggendo queste mie osservazioni desideranti di quindici anni fa - per pubblicarle sul sito-officina - mi viene in mente che, se un giorno realizzerò questo film-documentario, di fronte alle facce ed ai corpi DEGLI ALTRI, che ammirano, criticano, disprezzano Pasolini, non porrò sempre e soltanto una immagine di Pasolini adolescente, bensì varie immagini di Pasolini e precisamente varie riprese, realizzate in diversi tempi e in vario modo (nei documentari, nelle interviste, negli stessi film di Pasolini), che ascolta, muto, GLI ALTRI. Un po' come ho fatto nell'inserto di Pasolini all'interno di Leonardo Sciascia Autoritratto. Una sola immagine non reggerebbe l'idea del Concerto, o del Processo.)

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