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Belle Arti

Fionda

Pubblicata sul sito-rivista il 14 dicembre 2009, l’opera fotografata ha suscitato questi dialoghi:

 

Inviato: 14/12/2009 10:24

Autore: Pasquale Misuraca

 

Ho realizzato questa scultura a Liray, in Cile, nell'agosto scorso, in una pausa del lavoro con Luis Razeto sull'edizione critica del Libro Primo de 'La Traversata' - la ricerca di scienza della storia e della politica da noi realizzata nella seconda metà degli anni Settanta e nel luglio-agosto scorso appunto attualizzata (il lettore può trovare il libro, in italiano e in spagnolo, nei siti www.luisrazeto.net e www.pasqualemisuraca.com)

In quei giorni d'agosto del 2009, all'alba di ogni giorno, leggevo e rileggevo Nietzsche, un filosofo tanto noto quanto sconosciuto, e spesso e volentieri malinteso - a partire dalla appropriazione indebita che della sua filosofia ne hanno fatto prima sua sorella e poi i nazisti.

In questi giorni di dicembre 2009 ho letto un libro di Vito Mancuso, 'La vita autentica'. Libro interessante, pieno di pensieri profondi, e anche di pensieri confusi. La confusione massima Vito la raggiunge scrivendo di Gesù e di Nietzsche. Ci tornerò sopra, questo libro, in relazione a Gesù e Nietzsche. Intanto oggi pubblico questo omaggio ad un filosofo commovente che ha scritto (ne 'La gaia scienza'):

"Come? Un Dio che ama gli uomini a condizione che credano in lui, e che si adira e minaccia contro chi non crede a quell'amore! 'Che ti importa che io ti ami?' è già una critica sufficiente a tutto il cristianesimo."

 

Inviato: 14/12/2009 14:53

Autore: Luis Razeto

Salve Pasquale:


Grande, bella, la 'Fionda del Superuomo', che mi hai regalato e tengo sulla scrivania e guardo a lungo. E mentre guardo l'opera e penso al tuo commento, mi vengono in mente pensieri che portano avanti riflessioni che abbiamo condiviso:
Di fatto, chi legga il nostro libro 'Il progetto di Gesù', anche questo a disposizione di tutti sui nostri siti, potrà vedere che la affermazione e le domande di Nietzsche sopra riportate contengono tre errori, se riferite ai testi dei Vangeli.
Primo errore: Gesù dice che Dio ama tutti gli uomini, facendo salire il sole sui buoni e sui cattivi.
Secondo errore: Gesù dice che Dio si adira contra coloro che non amano gli uomini, e che non valuta particolarmente coloro che parlano molto di Dio e stanno sempre a dire 'Signore! Signore!'
Terzo: Se l'amore produce somiglianza fra l'amante e l'amato, l'invito ad amare Dio ha un significato preciso: farci diventare simili a Dio. (Non era questo che voleva Nietzsche?)
Un abbraccio

 

Inviato: 14/12/2009 16:27

Autore: Pasquale MIsuraca

@ Luis

Sì, Nietzsche comprende solo in parte Gesù, nella misura in cui non è riuscito a distinguere filologicamente e filosoficamente la farina del sacco di Gesù e la farina del sacco degli evangelisti - i quali in parte riportano e in parte distorcono il suo pensiero.

Prendiamo, come esempio fra altri, questa affermazione che Giovanni evangelista mette in bocca a Gesù: "Chi crede in Dio non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato." (Gv 1, 18)

 

Inviato: 16/12/2009 14:12

Autore: Luis Razeto

 

Pasquale,
l'affermazione che riporti, secondo la quale Giovanni evangelista mette in bocca a Gesù: "Chi crede in Dio non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato." (Gv 1, 18), mi sembra tanto estranea allo spirito dei Vangeli che sono andato a verificare secondo la tua indicazione, e non l'ho trovata. Da dove l'hai presa?

 

Inviato: 16/12/2009 14:50

Autore: Pasquale Misuraca

@ Luis

Quella citazione non l'hai trovata perché ho sbagliato: ho scritto Gv 1, 18 e avrei dovuto scrivere Gv 3, 18

Todo modo: ecco la citazione per esteso:

"14E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, 15perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna".

16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. 17Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. 18Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. 19E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie."

E' vero quello che noti, Luis: la frase non sembra provenire dai Vangeli. Ma i Vangeli, a volte, non sembrano provenire da Gesù.

 

Inviato: 16/12/2009 21:52

Autore: Luis Razeto

 

Pasquale,
la questione diventa assai interessante. Vado al testo del vangelo, che ho e leggo in lingua spagnola, versione Bibbia di Gerusalemme, e trovo che non si parla di 'condanna' bensì di 'giudizio'. Secondo questa versione, il testo sarebbe (mia traduzione letterale): 16 Poiché Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. 17 Poiché Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. 18 Chi crede in lui non è giudicato; ma chi non crede, è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. 19 E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie."
Dunque: 'giudizio', non condanna. Ma, quale giudizio?. La risposta è diretta: essere davanti alla luce, e preferire le tenebre. Cioè, (mia interpretazione): non è Dio che giudica (come già lo aveva affermato prima, poiché Dio soltanto salva, non giudica, meno ancora condanna), ma il giudizio lo dà ognuno su di sé medesimo. In questo caso, il giudizio è semplicemente, il preferire di vivere nella oscurità, vale a dire, nella miscredenza). Cioè, questo giudizio sarebbe una libera scelta, un libero 'preferire', che ognuno di noi può fare.

 

Inviato: 17/12/2009 7:43

Autore: Pasquale Misuraca

 

Il nostro fratello di filologia e filosofia Antonio Gramsci ha scritto nei suoi Quaderni del carcere che "ogni filologia contiene una filosofia", e tu, Luis, hai ancora una volta mostrato giusto e fruttuoso questo suo pensiero con la tua ultima analisi filologica-filosofica, che condivido.

La Bibbia di Gerusalemme in mio possesso, in lingua italiana, traduce "Chi crede in lui non è condannato, ma chi non crede è già stato condannato"... - ma torniamo a Nietzsche ed al suo pensiero: "'Che ti importa che io ti ami?' è già una critica sufficiente a tutto il cristianesimo."

Anche questo pensiero di Nietzsche condivido, con la specificazione che la critica del cristianesimo contenuta in questa umile e superba domanda non riguarda tutte le singole affermazioni dei Vangeli, e soprattutto non riguarda il pensiero e gli atti di Gesù così come si possono ricostruire filologicamente e comprendere filosoficamente a partire dai Vangeli senza giustificarli (renderli giusti) parola per parola.

Il limite di Nietzsche è che confonde Gesù di Nazareth con Gesù Cristo, ed è il limite speculare dei cristiani, che confondono Gesù Cristo con Gesù di Nazareth. Ma quella sua frase: 'Che ti importa che io ti ami?' mi con-vince e mi com-muove: ho sempre pensato che non è importante che io creda in Dio, bensì che lui creda in me.

 

Inviato: 17/12/2009 10:34

Autore: Giuliano Cabrini

 

Giovanni,3,18
Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figliuol di Dio.
19 E il giudizio è questo: che la luce è venuta al mondo, e gli uomini hanno amato le tenebre più che la luce, perché le loro opere erano malvagie.
20 poiché chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, perchè le sue opere non siano RIPROVATE
21 Ma chi mette in pratica la verità viene alla luce, affinchè le opere sue siano manifestate , perché son fatte in Dio.
(La sacra bibbia, edizione1965, Casa della bibbia, Ginevra,Genova)

Giovanni 3,20
Perché chi fa il male non si accosta alla luce affinchè le sue opere non siano GIUDICATE
( La sacra bibbia, Salani editore)

Trovo un differenza tra RIPROVATE e GIUDICATE. Uno dei significati del verbo riprovare è disapprovare, rifiutare, esprime quindi una condanna mentre il verbo giudicare non esprime necessariamente la condanna.
A questo proposito ricordo quello che diceva un prete salesiano “ La salvezza arriva attraverso Gesù non vuol dire che solo chi crede in lui sarà salvo, vuol dire che la salvezza arriverà per sua intercessione, chi non crede ma non odia nessuno e si è sempre comportato in maniera onesta è salvo, la fede non è di tutti”
Non conosco l'aramaico, l'ebraico o il greco, penso però che nelle varie traduzioni si possa aver cambiato il significato di alcune parole. Se non sbaglio i manoscritti più antichi del nuovo testamento sono scritti in greco, il vangelo secondo Giovanni è dell'inizio del II secolo dopo Cristo.
Marco dice ELOI', Matteo ELI', sono traslitterazioni in greco di parole ebraiche o aramaiche. Se pensiamo poi che la Bibbia fu scritta in ebraico biblico la Mishnah in ebraico mishnico e il Talmud in aramaico è tutto dire.

 

Inviato: 17/12/2009 12:24

Autore: Pasquale Misuraca

@ Giuliano

Proprio interessante la tua nota storico-critica sul problema sollevato dalla... Fionda del Superuomo.

Aggiungo ancora una parola sulla scrittura e la lettura, ri-cordando, ri-portando, dal capitolo 'IL POTERE' de Il progetto di Gesù, un brano di dialogo tra un intellettuale (affiancato da altri intellettuali) e Gesù:

"Ma dicci, Gesù, hai scritto dei libri? Non hai per caso un testo, magari la bozza del discorso?

Gesù, semiserio:

No, libri non ne scrivo. Lo sapete bene voi cosa succede dopo. Il pensiero viene cristallizzato, e le parole diventano oggetto di analisi filologiche che gli levano l'anima. Come si dice oggi? Ah sì, "il testo è un pretesto".

E poi, se scrivi molto, non manca quello che scopre delle contraddizioni, e mette a confronto il periodo giovanile con quello della maturità... E se non metti le citazioni e non fai le note a piè di pagina e le bibliografie, non ti prendono sul serio gli intellettuali di professione. Per non parlare degli errori di trascrizione, per cui una gomena, cercando di passare nella cruna di un ago, diventa un cammello che si sforza di passare per una porticina."

 

Inviato: 17/12/2009 13:36

Autore: Guido Aragona

 

Devo dire che Nietzsche, man mano che passano gli anni, mi pare un filosofo estremamente sopravvalutato. Semmai, è sottovalutato come poeta e letterato. Cioè, posso trovare valido Nietzche come poeta filosofico, non come pensatore effettivo (dove lo trovo completamente insufficiente).

 

Inviato: 17/12/2009 15:53

Autore: Luis Razeto

 

Continuando la conversazione e riflessione sulla questione sollevata a partire dalla 'Fionda del Superuomo', che continuo ad avere davanti ai miei occhi, e che mi fa pensare proprio a Nietzsche che spara in tutte le direzioni con scarsa precisione:
L'affermazione di Nietzsche "'Che ti importa che io ti ami?' è già una critica sufficiente a tutto il cristianesimo", è di scarsa profondità e nulla potenza critica. Di fatto la Bibbia - Antico e Nuovo Testamento-, fa più volte riferimento al fatto che Dio non si giova del nostro amore, della nostra adorazione, ecc. Fra altri, in Job,35,6-7. "Se pecchi, che torto gli fai a Dio? Se moltiplichi i tuoi misfatti, che danno gli rechi? Se sei giusto, che gli dai? Che riceve egli dalla tua mano?" Nei Vangeli si dice 'siamo servi inutili', che sembra una risposta precisa alla questione sollevata da Nietzsche. Invece, viene affermato in modo inequivocabile, che tutta la religione, la giustizia, la morale, l'amore, ecc. riguardano gli uomini, come si legge proprio di seguito in Job,35,8: " La tua malvagità non nuoce che al tuo simile, e la tua giustizia non giova che ai figli degli uomini.”
Perciò potrebbe essere importante amare Dio, se come dicevo ricordando Leonardo, sia vero che l'amore fa somiglianza fra l'amante e l'amato. "Muovesi l'amante per la cos'amata come il senso e la sensibile e con seco s'unisce e fassi una cosa medesima. (…) Se la cosa amata è vile, l'amante si fa vile. Quando la cosa unita è conveniente al suo unitore, li seguita dilettazione e piacere e sodisfazione.”
Poi, riguardo il giudizio, o la condanna o la riprovazione che sia, Gesù insiste nel dire che non Dio ma noi medesimi siamo i giudicanti: (Lc.,6,36-38) 3”Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; 3date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo. Perché con la misura con cui misurate, sarete misurati".

 

Inviato: 17/12/2009 16:21

Autore: Pasquale Misuraca

 

@ Guido

Ritengo Nietzsche un filosofo relativamente importante – per intenderci: non tanto quanto Aristotele, Tommaso d’Aquino o Hegel, ma quanto Epicuro, Hume o Marx. In particolare a me pare particolarmente consistente (e, stavo per dire, divertente) la sua critica dell’ideologia, del bene, del vero, del tempo lineare, e la sua valorizzazione delle basi materiali della produzione spirituale.

Sono d’accordo invece con te sul fatto che come scrittore sia notevole. Infatti ha scritto: “Ciò che si fa per amore lo si fa sempre al di là del bene e del male.”

 

Inviato: 17/12/2009 16:35  Aggiornato: 17/12/2009 16:35

Autore: Pasquale Misuraca

 

@ Luis

Mi ha fatto molto ridere, di testa e di cuore, la tua esegesi della Fionda del Superuomo - dedicata a Nietzsche - laddove dici che "spara in tutte le direzioni con scarsa precisione".

Una parola su Nietzsche, e una sulla Fionda.

Su Nietzsche: secondo me hai ragione quando parli della sua scarsa precisione: è un filosofo (lo notava implicitamente anche Guido Aragona) un po' poeta e letterato. Però devi ammettere che lui, Nietzsche, sparava sempre in una direzione - magari non centrava sempre il bersaglio, ma, come tutti i buoni tiratori, non sbagliava mai troppo. Per esempio, la sua critica del cristianesimo è ricca di osservazioni utili, e di vere e proprie illuminazioni.

Sulla Fionda. Nelle intenzioni, ho costruito questa Fionda Impossibile, con gli elastici inservibili - sono infatti di ferro e di filo -, proprio per alludere al fatto che la natura profonda della sua filosofia è giocosa, ludica, panica. La deformazione che ne hanno fatto, la sorella, i nazisti, ed ora persino Vito Mancuso nel suo La vita autentica - il quale arriva a scrivere che Nietzsche non stava bene con se stesso e che il suo malessere interiore lo ha condotto a esprimere la sua instabilità e la sua rabbia in un pensiero destabilizzante e rabbioso - producono una sua triste caricatura.

Commento di ‘bovary’ sul sito-rivista (5 novembre 2009)

 

 

mi colpisce molto questa immagine questa scultura...più che fidia mi ricorda michelangelo e la poetica del non finito... perchè si intitola mano di pietra? cosa hai pensato cosa ti ha ispirato? il titolo fa pensare a qualcosa di immobile di solido ma a me l'opera fa pensare invece al movimento all'evoluzione alla trasformazione... come il baco che diventa farfalla!

 

 

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Risposta dell’autore sul sito-rivista (5 novembre 2009)


La tua interpretazione ha fondamento nelle radici della mia personalità (per quanto io la conosca, naturalmente). Mi sono reso conto infatti che tendo ad attribuire proprietà spirituali a tutte le realtà materiali. (Se fossi religioso potrei dire di essere animista.) Questo spiega, in parte, il titolo che ho dato a questa scultura: ‘Mano di pietra’, che vuol dire, anche, Mano della pietra, meglio ancora Mano di una pietra (l’arte è sempre individualizzante).

Questa mia tendenza – se capisco bene quello che dico, direbbe Corrado Guzzanti- ha prodotto, in un altro linguaggio - quello della poesia, l’haiku seguente: Un mare muto / di mani di bambini / i ciclamini.

Cosa ho pensato in concreto nel momento in cui l’ho creata, questa Mano di pietra? – mi chiedi. Non lo so, bovary. E non posso saperlo: quando ho un’idea (quando vengo assalito da un’idea...) per un momento, in quel momento “subito nel petto / sbigottisce il mio cuore, / subito la mia voce si spegne. / Mi si spezza la lingua, ed una fiamma / sottile mi trascorre per le membra, / ed io non vedo nulla più con gli occhi; romban gli orecchi. / Freddo sudor m’inonda, ed un tremore / tutto mi prende, e più verde dell’erba / io sono, e non mi sembra / esser lontano dalla mia morte”... Insomma: il momento della creazione di un’opera somiglia in me, vissuto da dentro, molto moltissimo al momento della creazione di un essere umano.

Ah, dimenticavo: tra le virgolette sta il frammento di Saffo conosciuto come 'Diehl 4'.

 

 

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Commento di didone sul sito-rivista (5 novembre 2009)

 

 

con questa scultura non puoi certo rimpiangere niente! bella :)

 

 

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Risposta dell’autore sul sito-rivista (5 novembre 2009)


y y
* *
C
\_/

Mano
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